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openlabpartners + Michele Cortinovis

BACk - Bassanello abitare
condiviso

Architettura

Vincitore del concorso AAA Architetti Cercasi bandito da Confcooperative Habitat, Fondo Sviluppo e Comune di Padova

Il progetto nasce per rispondere alle richieste del concorso di architettura AAA architetti cercasi bandito per l’area del Bassanello nella periferia di Padova. BACk – Bassanello Abitare Condiviso, è un progetto ideato dalla necessità di tornare a vivere la città, il quartiere e gli spazi collettivi, tornare a una dimensione di prossimità sociale e spaziale, in cui le persone, la loro identità e le loro relazioni occupano un ruolo prioritario.

Il progetto parte dalla riapertura del fronte di Via Adriatica, strutturata intorno alle necessità di penetrazione veicolare di Padova introducendo una relazione più equilibrata tra le dimensioni della città.

L’arretramento del fronte rispetto alla strada, la frammentazione della sua continuità e le aperture nella sua massa introducono una permeabilità del fronte che, pur mantenendo una durezza nel suo formalismo, genera spazi pedonali a bordo carreggiata e accessi all’area interna al lotto.

La demolizione dei fabbricati esistenti prevede l’esclusione dell’edificio “ex asilo”, scelta legata al mantenimento, insieme con la Chiesa di Santa Maria Assunta, del palinsesto che identifica l’immaginario collettivo del luogo, reinterpretando lo spazio del parcheggio e nella sua trasformazione, formale e toponomastica, in Piazza del Sagrato.

Viene introdotto un sistema di cordoli abitati attrezzati con sedute e vegetazione, questi elementi proseguono il sistema di alberi esistente e definiscono una protezione dai flussi veicolari.

Una parte del sedime di progetto viene reso completamente pubblico al fine di garantire la realizzazione dei servizi di prossimità, definendo un sistema continuo di spazi pubblici con Piazza del Sagrato, attribuendo all’ex asilo la funzione di cerniera tra i due.

Il fronte su Via Adriatica viene gestito con una necessaria rigidità formale, stemperata da frammentazioni nella sua continuità, aperture nella sua volumetria e un arretramento del sedime rispetto alla strada. L’interno, morbido, accompagna un variegato gioco di aggetti a una materialità diversa, una lamiera ondulata, che muove ulteriormente la percezione della facciata. Le verande in vetro e il sistema di aggetti, definiti formalmente in contrapposizione all’intonaco sul fronte esterne, partecipano a una serie di scelte tecnologiche per ridurre le necessità di riscaldamento dell’edificio.

Lo scopo dell’impianto al suolo è quello di produrre una continua prossimità, avvicinando gli ambienti comuni privati ai servizi collettivi e agli spazi pubblici, rafforzando così gli uni e gli altri grazie alla loro contiguità. L’assetto di progetto genera una piazza in grado di ospitare e stimolare attività cardine della vita urbana, dalla classica caffetteria sino al “Laboratorio di Quartiere”, aggregatore e motore di attivazione della città di a dimensione d’uomo.

Questa funzione viene attribuita all’edificio ex asilo, in posizione strategica tra le due piazze, in grado di raccogliere l’utenza ricongiungendo le diverse quote e di aprirsi verso la piccola area giochi pubblica. All’interno dell’intervento, il verde assume un ruolo fondamentale, previsto come strumento non solo di ombreggiamento e raffrescamento, ma anche di benessere psicofisico legato ai più recenti studi sul wellness biofilico. Inoltre, per i residenti sono stati ricavati dei piccoli orti comuni, una forma autogestita e responsabilizzante di cura dello spazio pubblico collettivo con il vantaggio di ricavarne dei piccoli prodotti a Km 0.

La qualità dell’abitare domestico è un tema estremamente contemporaneo. Gli edifici amplificano il loro contatto con i sistemi verdi, si arricchiscono di viste qualitative, prospettive e di connessioni visive e non con la natura, accogliendo le migliori illuminazioni e flussi d’aria e instaurando la percezione di rifugio,

raggiungendo così ben otto dei quattordici pattern dell’architettura biofilica stilati da Terrapin in “14 Patterns of biophilic design”. Anche gli spazi dell’abitare collettivo sviluppano una forte connessione con la piazza interna e la natura arricchendo la qualità dei luoghi associativi.

Attraverso l’articolata distribuzione, ogni tipologia di taglio ad eccezione dei 3 piccoli bilocali, possiede un doppio affaccio garantendo così non solo ricircoli d’aria efficaci ma anche una continuità abitativa con entrambe le viste favorendo anche delle ampie verande verdi.

Gli affacci sul verde sono un punto cardine del progetto. La sala comune del piano terra e la terrazza al piano terzo, entrambe dotate di una piccola cucina comune, sviluppano entrambe questa relazione; la prima, collegandosi direttamente al giardino privato, estendendosi e affacciandosi quanto più possibile verso il parco, la seconda guadagnando il piacere di una vista in quota durante eventi all’aria aperta.

Le tavole per il concorso AAA architetti cercasi sono disponibili in versione digitale qui